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3.10.14

Sin City - Una donna per cui uccidere


Sin City: A Dame to Kill For (USA, 2014)
di Robert Rodriguez
con Mickey Rourke, Josh Brolin, Eva Green, Jessica Alba, Joseph Gordon-Levitt, Powers Boothe, Rosario Dawson, Dennis Haysbert, Bruce Willis

Nove anni fa, andai per la prima volta a Los Angeles per seguire un evento di Activision. Ero dalle parti di Santa Monica e, durante un momento di nullafacenza, mi infilai nel cinemino sulla boulevard per guardarmi Sin City. Era lo stesso cinemino in cui un anno dopo, di nuovo a Los Angeles per il mio primo E3, mi infilai assieme a Skulz per guardarmi Silent Hill. Quel cinemino, oggi, credo abbia chiuso. O forse mi sbaglio. Ma mi pare di ricordare che l'ultima volta che sono passato da Santa Monica fosse chiuso. Boh. Comunque, sto divagando. Terminato l'evento di Activision, mi diressi a Newport Beach per incontrare Dave Perry e vedere come stava venendo fuori il secondo gioco di Matrix, e ricordo che una delle persone con cui partecipai a quell'evento mi chiese come mi era parso Sin City. La risposta non fu molto distante da "Boh?". Fu una cosa tipo "Affascinante, bello da osservare, curioso, però non so mica se sia un bel film." Ecco, sono passati nove anni, mi sono visto il 300 di Zack Snyder e quello di Eva Green, non ho avuto il coraggio di posare gli occhi su The Spirit ma mi sono visto pure Bunraku e, l'altro ieri, Sin City - Una donna per cui uccidere, e la mia risposta a quella domanda, bene o male, tende ad essere un po' la stessa: "Boh?"

Intendiamoci: il "Boh?" è in larga parte figlio del pippone mentale che - giustamente o meno - uno si tira sul tipo di operazione, su questa specie di fumetto animato sotto steroidi che Robert Rodriguez e Frank Miller hanno messo in piedi. Perché poi, di fondo, i due Sin City sono quello: una serie di quadretti animati infarciti di pose plastiche, costantemente sopra le righe in ogni loro componente, per lo più molto belli da osservare e con ogni tanto, anche in questo seguito uscito nove anni dopo e, forse, di qualche anno fuori tempo massimo, una o due trovate visive che ti lasciano a bocca aperta. Oggi, magari, come operazione stupisce meno rispetto alla prima volta, ma tutto sommato rimane affascinante. Poi, però, uno si può fare il pippone, decidere che secondo lui questo non è cinema e chiuderla lì. A me, in realtà, la questione neanche interessa troppo, nonostante sia in pratica l'unica cosa di cui ho parlato fino a qui, ma insomma, che ci posso fare, scrivo senza pensare.

Messa da parte la questione, e il fatto che se non ti piace l'operazione, beh, ovviamente non ti piace neanche il film, cosa rimane? Eh, il problema sta anche lì. Perché Sin City - Una donna per cui uccidere, tanto quanto il primo episodio, ha degli spunti interessanti, ma fondamentalmente è una storiella (anzi: una serie di storielle) di poco conto, che dura più del dovuto e alla fin fine non fa altro che mettere in scena tutti i cliché possibili e immaginabili del noir, sparandoli a mille in ogni direzione, fra ricerca estetica, brutalità, sessualità e dialoghi scritti per andare sopra le righe e rimanerci senza la minima vergogna. Per un po' è divertente, ma alla lunga stanca, perché le storie, nonostante un paio di guizzi, alla fin fine non è che siano poi così interessanti e il fascino della messa in scena si esaurisce ben prima dei titoli di coda, anche perché dopo un po', bene o male, le soluzioni visive tendono a ripetersi. Sono in fondo gli stessi limiti del primo film, con l'aggravante che ormai il senso di nuovo s'è perso, nonostante qui ci siano ovviamente trovate inedite e una spinta ancora maggiore sulla fumettizzazione.

Quindi, insomma, alla fin fine Sin City - Una donna per cui uccidere è questa cosa qui. È un altro Sin City, forse un po' fuori tempo massimo, con qualche spunto visivo nuovo ma anche con i soliti problemi dal punto di vista narrativo. A tenerlo in piedi, oltre all'immaginario visivo, ci pensano gli attori, che certo sanno dare il giusto carisma a personaggi volutamente kitch, con il sempre eccellente Marv di Mickey Rourke e la come al solito ipnotica Eva Green a mangiarsi tutti quanti. E, a proposito di Eva Green, abbiate pazienza e concedetemi una divagazione ormonale da maschietto: fra lei che (come al solito) è costantemente nuda, Jessica Alba che passa tutto il tempo a dimenarsi sul palco e Rosario Dawson vestita da, ehm, donna di facili costumi, Sin City - Una donna per cui uccidere è un'esperienza complicata. Anche perché i film di Robert Rodriguez sono spesso piuttosto cretini, ma lui con la macchina da presa è un manico, sa come comporre la scena in maniera forte e quando vuole riempirla di carica erotica è particolarmente bravo. Avete presente l'introduzione di Salma Hayek in Dal tramonto all'alba? Ecco, immaginatevi circa un'ora di quella carica sessuale sparsa in giro per i cento minuti di durata di Sin City - Una donna per cui uccidere. Magari ne sto gonfiando il minutaggio a causa dello stress che mi ha provocato, ma il punto è che dopo un po' diventa faticoso. Però magari è un motivo valido per andarselo a vedere al cinema e in 3D. Fate voi.

Ah, la voce di Eva Green! Ah! Ah! Ah! AH!

2 commenti:

a me è piaciuto tranne la storia del giocatore di poker che è stupida..

ps Eva Green c'è un film/telefilm dove è vestita?

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