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13.2.12

La talpa


Tinker Tailor Soldier Spy (GB, 2010)
di Tomas Alfredson
con Gary Oldman, Colin Firth, Toby Jones, Tom Hardy, John Hurt, Mark Strong, Benedict Cumberbatch

La talpa è uno di quei film che si permettono di pretendere l'attenzione dello spettatore, senza limitarsi a scorrergli davanti come acqua mentre stanno attenti a non disturbare. Non è certamente quell'assurdo e ipercomplesso delirio di cui si sente parlare, pur avendo un paio di passaggi in cui prova a coglierti di sorpresa con quel suo saltare avanti e indietro nel tempo, ma di sicuro lo spettatore distratto fa fatica a raccapezzarsi nel gran numero di informazioni e nella maniera contorta in cui vengono presentate. E sì, se ti distrai un attimo, rischi di non capire dove e quando sia ambientata la scena che ti sta scorrendo davanti agli occhi. È un problema? Immagino sia una questione di punti di vista. Per me no, non è stato un problema, anche perché poi, per tornare al punto di partenza, la faccenda è piuttosto semplice: se non sei uno che pensa ai fatti suoi durante il film e, anzi, ti senti intrigato e stimolato da un racconto del genere, non è che venga messa in scena chissà poi quale tremenda complessità di eventi.

Ma al di là di questo e della fitta coltre di mistero su cui si appoggia l'intreccio, il lato più affascinante del film sta in quell'approccio compassato allo spionaggio, agli antipodi rispetto alle gesta di un Ethan Hunt o un Jason Bourne. Qui si gioca tutto sui tempi rallentati di Alfredson, che si mantiene fedele allo stile messo in mostra con Lasciami entrare e dirige un film freddo, ragionato, in cui la tensione monta lentamente, sotto pelle, pronta ad esplodere in piccoli momenti punteggiati dall'impressionante interpretazione di Gary Oldman. Il suo Smiley è un uomo freddo, calcolatore, osservatore, impassibile, che quando si lascia andare all'emozione, nel ricordare il suo incontro con Karla, nello scoprire un tradimento che lo sconcerta e lascia forse per l'unica volta nella propria vita senza fiato, in quel fantastico sorriso di soddisfazione finale, esplode di emozione fortissima e colora con violenza il film attorno a lui.

Non ci sono spiegoni, nel film di Tomas Alfredson, e non c'è la minima concessione a quel che normalmente ci si aspetterebbe da un racconto del genere. C'è invece una fantastica, fumosa, subdola atmosfera, che accompagna le gesta ma soprattutto le chiacchiere di uomini costretti a studiare i propri sguardi, a pesare ogni parola, a leggere fra le righe di ogni conversazione. Segue il percorso umano di Smiley e lo accompagna nella sua indagine, nei suoi ricordi, saltando avanti e indietro nel tempo, attendendo con pazienza il momento in cui si scopriranno le carte e si svelerà chi, fra quelle quattro facce da cinema inglese, possa essere il colpevole. Senza esplosioni, senza stravolgimenti, senza eccessivi colpi di scena. Essenziale, posato, elegante, intelligente, portatore sano del coraggio necessario per non concedere nulla alla spettacolarizzazione e rimanere fedele a se stesso, interpretato fra l'altro da una valanga di eccellenti attori. E che vuoi di più?

Comunque, sì, pure io ho avuto una roba che per qualche minuto mi ha confuso: non capivo che caspita ci facesse [spoiler] a scuola. Ho pensato fosse un flashback dalla dubbia utilità. Ma del resto, forse, è anche proprio per questo suo fare criptico, che La talpa mi ha tanto affascinato.

5 commenti:

Film che mi ha affascinato davvero molto e che appena esce in DVD prendo subito perchè poi all'uscita dal cinema ero pieno di domande e mi resta fortissimo il dubbio su chi era questa benedetta talpa. Gary Oldman e Colin Firth davvero prodigiosi benchè sulle prime pensavo che Firth si sarebbe visto poco e invece...
No, davvero un film magnifico che gioca su una tensione che sulle prime sembra annoiare (quanti sbadigli ho dovuto sopportare al cinema) ma che invece monta una trama complessa e ricchissima di eventi.

Sfortunatamente mi sono accorto del post con parecchi giorni di ritardo e il film non è più così impresso nella mia memoria come la settimana successiva alla visione.

La Talpa conferma la delirante opposizione di pareri tra me e Giopep e quindi, almeno per questo, bisogna dargli credito.

Stupidaggini a parte: mi va bene che il film non faccia nulla per rendere più facile la vita allo spettatore (e sono d'accordissimo che chi pensa ai fatti suoi durante la visione poteva anche non mettere un piede in sala) però non può nemmeno subissarlo di eventi, personaggi e linee temporali che, spesso, risultano difficili da seguire anche per chi era partito con tutta la buona volontà possibile.

La mia impressione è stata quella di un libro, probabilmente ben scritto, che traslato al cinema, semplicemente non funziona e risulta un bellissimo giocattolo rotto.

Esempi sparsi che ripesco a stento dalla memoria: la parte con Tom Hardy ha un senso? Perché nominare trentasette volte Karl completamente a vuoto, visto che poi è un personaggio (?) che non comparirà nemmeno sullo schermo? E l'accenno sulla vita privata del collaboratore di Smiley, abbozzato e fine a sé stesso?

Personalmente sono uscito dalla sala molto insoddisfatto e il dibattito nato dopo la visione è scemato nel giro di poche decine di minuti, il tempo di trovare un posto dove andare a cena.

Sì, ma io non mi sono minimamente sentito subissato, non ho fatto alcuna fatica a seguire. Non è che mi sia chissà quanto concentrato, ho semplicemente guardato quel che accadeva senza particolari problemi. L'unica cosa che mi ha un pochino spiazzato riguarda Mark Strong, nel senso che la parte "in roulotte", sulle prime, ho pensato fosse un flashback, e me ne sfuggiva l'utilità. Poi ho capito che semplicemente non era morto. Ma, tolto quello, non l'ho trovato così tosto.

Per quanto riguarda gli esempi, non capisco la domanda su Tom Hardy: certo che ha un senso, ruota attorno a lui la scoperta della talpa! Il fatto che Karla (e pure la moglie di Smiley) non vengano mai mostrati è per me un gran pregio del film. Detto questo, anche lui ha un ruolo importante, è alla base di tutta la cospirazione, interroga Mark Strong ecc... E la scena in cui Smiley lo ricorda è bellissima.

Io sono uscito esaltato, anche dal bel finale. Ma, oh, poi sono opinioni. :)

uh devo ricordarmi di vederlo questo: all'epoca il libro mi era piaciuto molto, pero' anche li' se ti distraevi era la fine.. le carre' e' forse l'unico autore che tutt'ora mi risulta faticosissimo da leggere in inglese; se ti perdi una parola sei fottuto, quindi non oso immaginare il film :D

Il film più che altro non ti viene minimamente incontro. Per dirne una, non ti "avvisa" in nessun modo quando va avanti e indietro nel tempo, devi capirlo da quel che accade, da come sono vestiti, dai dettagli. :D

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