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9.1.12

Pixar a Milano


Mi sono perso il passaggio di John Lasseter un paio di mesi fa (a proposito, che ha detto? Interessante?), ma poi a Milano ci sono passato io e mi è sembrato giusto fare un salto al Padiglione d'Arte Contemporanea per la mostra dedicata ai venticinque anni di Pixar. Che poi, leggo nel catalogo ufficiale che non ho ovviamente potuto fare a meno di acquistare, sarebbe un aggiornamento della mostra organizzata cinque anni fa per il ventennale. All'epoca venne messa in piedi su iniziativa del MoMA di New York, oggi è un baraccone itinerante che viaggia per il mondo deliziando gente di buon gusto a tutte le latitudini. Ora, cosa contiene che si meriti i sette euro richiesti all'ingresso (o meno se avete la tessera dell'ATM, siete infanti o vi meritate uno sconto per qualche altro motivo) e il gesto di alzare le chiappe e presentarsi in via Palestro prima che smantellino tutto a metà febbraio e improvvisamente ci si renda conto che a furia di "ma sì, tanto dura fino a febbraio" è arrivato aprile e la mostra non c'è più? C'è un mettere in mostra quel che sta dietro alla luccicante faccia digitale dei film Pixar. Tre percorsi (Personaggi, Mondi, Storie) dedicati al lavoro degli artisti "tradizionali" che si occupano soprattutto della fase di studio, del dare vita a ciò che sarà poi raccontato su schermo attraverso l'utilizzo dei computer giapponesi che fanno i cartoni animati da soli e quindi sono brutti, freddi e rubano posti di lavoro ai bravi disegnatori con la matita.

Insomma, una raccolta di bozzetti, illustrazioni, studi dei personaggi, storyboard, documentazione fotografica, modellini e altre diavolerie prodotte durante la realizzazione di un po' tutti i film Pixar. E si trovano cose davvero deliziose, dallo storyboard della sequenza iniziale di Up! (straziante pure in questa forma) all'adorabile statuetta di Boo travestita da mostro, passando per tutta la serie di studi sui personaggi dei Toy Story e via via verso l'infinito e oltre. Al piano di sopra dello spazio espositivo, invece, oltre a una serie di iPad tablet incastrati nel muro per far interagire e divertire i bambinetti, una stanza in cui vengono proiettati dei documentari modello extra da DVD, un negozietto coi gadget e una cronistoria dell'attività Pixar spalmata sul muro, si trova uno spazio dedicato ai vari cortometraggi. Nulla di trascendentale, ma qualche bella illustrazione, una teca contenente Luxo, dei monitor su cui vanno a rotazione appunto i cortometraggi e pure uno spazietto dedicato a Brave, che arriva quest'anno e sarà bellissimo lo stesso, anche se c'è chi si permette di fare critiche sensate. E poi ci sono le installazioni.

L'unica roba che permettono di fotografare.

Una è dedicata alle iridi dei vari personaggi, proiettate su una parete con tutto un variare di colori e un metterle l'una a fianco dell'altra. Caruccia, ma insomma, niente per cui valga la pena di urlare in preda al panico. Va già molto meglio con lo zootropio, dichiaratamente ispirato a quello analogo - e più bello, sia chiaro - presente nel Museo Ghibli di Mitaka, dedicato a un assembramento di personaggi tratti dai primi due Toy Story. Cosa sia uno zootropio lo trovate spiegato qui. Rendere l'idea del fascino che sa esercitare, specie poi con quella musichetta dolce, la gente e i bambini che fanno "ooohhh" e insomma tutto il gusto dei ricordi stampati in mente dall'animazione a cui si ispira, oh, non si può. La terza installazione, Artscape, è una vera delizia. Una specie di esperienza audiovisiva realizzata animando al computer una buona parte dei dipinti, bozzetti, storyboard che compongono la mostra, aggiungendovi musica ed effetti sonori e spalmando il tutto su uno schermo larghissimo. Non fate gli italiani che entrano in un momento a caso, si accalcano all'ingresso, guardano un pezzetto ed escono. Aspettate in ordine che abbia termine - sono pochi minuti - e la folla sia uscita, entrate nella saletta, spaparanzatevi sulla moquette il più in mezzo possibile, tirate un ceffone al bambino che disturba, rilassatevi e godetevi lo spettacolo, perché davvero mozza il fiato.

Ci siamo andati il 6 gennaio, quando per ovvi motivi era prevedibile una certa affluenza, e siamo entrati serenissimi attorno alle 11:00, trovando un discreto quantitativo di persone. Quando siamo usciti alle 12:30, c'era fuori una coda che faceva il giro attorno all'angolo e s'arrotolava. Sapevatelo.

5 commenti:

Lasseter a Milano ha detto cose belle e interessanti sulla sua carriera e sul suo lavoro, senza menarsela e riuscendo a gestire con gusto le bruttissime domande che gli facevano i giovani designer presenti in sala. Poi, durante l'incontro sono stati proiettati i nuovi corti di Toy Story: deliziosi. Se ti capita di recuperare online un video della serata, ti consiglio di guardarlo.

Vorrei precisare che i tablet erano samsung Galaxy :D a parte questo a saperlo ci si beccava li, io sono andato l'8 gennaio. Veramente stupenda l'animazione con risoluzione 5000 x 1080 spalmata sui 3 proiettori e bello vedere quanti studi fanno prima di creare il film, come ad esempio lo studio sugli alberi per il circuito italiano di Cars 2.

Correggo subitissimo, ché qua si apprezza chi opta per qualsiasi cosa non sia iOS (anche se immagino la cosa sia figlia di sponsorizzazione).

Già, a saperlo ci si poteva beccare, anche se non ho idea di chi tu possa essere. :D

Si, credo fosse tutto Samsung.
Ma io so chi sei tu :D Sono lo stesso di Twitter che apprezza le tue recensioni :)

Ah, questi ammiratori segreti! :)

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