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25.8.10

If Chins Could Kill!

If Chins Could Kill! Confessions of a B Movie Actor (USA, 2002)
di Bruce Campbell


Con tutti i grandi attori e registi che ci sono in giro, perché uno dovrebbe andarsi a leggere l'autobiografia di Bruce Campbell? Sarà mica capace, Bruce Campbell, con quelle mascelle, di scrivere un bel libro? Sì, è capace. If Chins Could Kill non è certo un pezzo di gran letteratura, ma è un resoconto scorrevole, pieno di fatti interessanti e soprattutto parecchio divertente su come possano svilupparsi la vita e la carriera di un attore di serie B, che vive e svivacchia ai margini dello stardom, un po' per scelta e un po' per necessità.

Dopo un racconto divertente della sua infanzia, Campbell si dilunga giustamente sulle vicende che portarono alla realizzazione del primo Evil Dead (La casa per gli ignoranti. Gli alberi lo sanno per chi lo sa). È il lavoro di Campbell a cui viene dedicato più spazio, per ovvi motivi: ha fatto da trampolino di lancio per la carriera sua e dei compari coinvolti (Sam Raimi in primis), ha rappresentato una fondamentale palestra di cinema ed è ancora oggi – assieme ai due seguiti – il suo film più famoso, oltre che, probabilmente, ciò per cui verrà ricordato.

E si tratta di una sezione spassosa e gustosissima, in cui Campbell racconta il nascere dell'amicizia e della collaborazione con gli altri ometti, dalla scuola ai primi filmini, alle proiezioni clandestine, agli approcci con i personaggi famosi. E poi la ricerca degli investitori, le inquietanti avventure di lavorazione, la produzione, la vendita del film, la promozione in giro per il mondo... una lettura davvero piacevole e ricca di aneddoti interessanti e curiosità su cosa voglia dire creare da zero un fenomenale filmetto del genere. Anzi, su cosa volesse dire, perché ormai, sotto tanti punti di vista, è tutto cambiato.

Ma il libro non finisce lì e, anzi, prosegue con il racconto di come sia andata avanti la carriera di Campbell, del tentativo di accedere al cinema di serie A, delle avventure in televisione, del rapporto con le star, di cosa voglia dire essere un attore, lavorare nel cinema, avere quotidianamente a che fare con la macchina produttiva e con i fan. Una lettura piacevolissima, ricca di spunti e consigliata a tutti gli appassionati di cinema o anche solo a chi è interessato a conoscere, seppur in maniera superficiale, un certo tipo di aneddoti, di meccaniche, di “cose” che ruotano attorno a quel mondo. E pazienza se non sapete neanche chi sia Bruce Campbell. Non è quello il punto.

Il libro l'ho comprato in una qualche libreria londinese un anno fa, mentre gironzolavo fra i concerti dell'Hard Rock Calling. Dubito esista un'edizione italiana. Per i curiosi sull'argomento, segnalo anche l'ottimo The Evil Dead Companion, che comprai un decennio fa in Irlanda e che è interamente dedicato alla lavorazione di Evil Dead e va ancora più in profondità su alcuni aspetti “sperimentali”. Se non sapete chi sia Bruce Campbell, che caspita ci fate su questo blog?

2 commenti:

Bella segnalazione!
Un vero peccato che la carriera di Bruce Campbell, sia stata così "limitata", però i film grandiosi (compresi gli ultimi anche se purtroppo sono spettri della fama da "nerd" delle opere con Campbell)i videogame della casa e i vari cameo, fanno di lui un gran personaggio :)

Troppo bella questa coincidenza. Proprio ieri mi girava in testa quel mitico "gli alberi lo sanno", così non avendoci un cazzo da fare avevo cercato su Google quanti avessero scritto questa frase. Manco uno. Oggi compare nella tua recensione. Se non è una combinazione questa! Comunque anch'io, come te, ho vissuto per La Casa. L'unico film dell'orrore che mi spaventava da piccolo, che a me dello splatter non frega niente, Dario Argento m'ha sempre fatto sbadigliare, mentre il gore spinto m'ha sempre messo in crisi. Pensa che dovevo vederlo stando fuori dalla porta e spiando la tv dall'ingresso, ma soprattutto col volume a zero.

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